Biologa Nutrizionista
Biologa Nutrizionista
Per chi soffre di ipersensibilità al nichel non è facile capire quali siano gli alimenti incriminati, perché la reazione non è immediata come nel caso delle allergie, ma compare nei giorni successivi, per colpa dell’accumulo di nichel nel corpo con superamento di un livello soglia individuale. Ecco perché è fondamentale l’ausilio di un professionista che fornisca gli elenchi corretti e aggiornati dei cibi a basso, medio e alto contenuto in nichel e che, soprattutto, sappia sostenere la persona nelle delicate fasi delle reintroduzioni.
Si stima che in Italia circa il 30% della popolazione soffra di ipersensibilità al nichel. Il nichel è un oliogoelemento ubiquitario, ossia presente ovunque, che è utilizzato per produrre acciaio inossidabile, attrezzature e contenitori per la lavorazione e la cottura degli alimenti, bigiotteria, piercing, monete, coloranti per alimenti, detersivi, saponi e cosmetici come rimmel e ombretti. Si trova naturalmente nei terreni e l’utilizzo di fertilizzanti, pesticidi, rifiuti industriali e urbani ne aumenta la quantità e causa livelli elevati di nichel anche nelle falde acquifere nelle immediate vicinanze. Di conseguenza possiamo assorbire nichel anche dai vegetali coltivati e dall’acqua potabile.
Nelle verdure il contenuto in nichel è 4 volte superiore rispetto ai prodotti di origine animale (carne, pesce, latte e derivati, uova).
Il nichel può causare una reazione di ipersensibilità ritardata, che viene chiamata Dermatite Allergica da Contatto (DAC), con la comparsa di arrossamenti, eritema ed edema nella parte del corpo che entra in contatto con un oggetto che contiene nichel (orecchini, fibbie di cintura, monete, ecc).
Possono però comparire lesioni anche in parti del corpo che non vengono direttamente a contatto con un oggetto contenente nichel: ad esempio nelle zone del corpo dove si suda di più (sotto le ascelle, nell’incavo del gomito o del ginocchio, sotto il seno, tra le dita) perché il sudore è un’importante via di eliminazione del nichel dal corpo. In questo caso il disturbo ha preso il nome di SNAS (Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel). Si tratta di una sindrome, in quanto i sintomi sono molti, sia cutanei che extracutanei: infatti deve essere raccolta con cura l’anamnesi del paziente per capire se, ad esempio, anche i disturbi intestinali o le cistiti o le infiammazioni vaginali lamentate dal paziente possono essere dovute al nichel.
Inizialmente si pensava che in caso di DAC una dieta a basso contenuto di nichel fosse inutile: ma le evidenze hanno dimostrato che non è così, e considerato che una persona che soffre di DAC potrebbe nel tempo sviluppare una sintomatologia più severa, vale la pena fare una buona prevenzione.
Invece in caso di SNAS la dieta a basso contenuto di nichel si è subito rivelata essenziale, unitamente ad uno specifico programma di eliminazione del nichel dal corpo, grazie ad integratori naturali appositi.
In presenza di un patch test positivo è possibile seguire una dieta di evitamento del nichel specifica per una disintossicazione profonda, seguita da una reintroduzione graduale di alcuni alimenti contenenti nichel. Sulla base della sensibilità individuale si potrà creare una propria mappa degli alimenti con nichel da consumare con più tranquillità.
Presso il mio studio è possibile impostare la dieta di evitamento da nichel e il programma di disintossicazione, per risolvere i problemi di eczema e prurito e migliorare l’infiammazione e le sintomatologie intestinali.