

Biologa Nutrizionista
Biologa Nutrizionista
Quando ci scordiamo di questo, finiamo per credere di essere delle macchine a cui basta tagliare un certo numero di calorie per farci raggiungere il peso forma. In realtà siamo molto più di questo, e la nostra complessità rende multisfaccettato anche l'intervento dietetico, che deve essere per forza di tipo "integrato", ossia deve prendere in considerazione tutti questi aspetti.
Nella mia pratica clinica ho toccato con mano quanto questa errata credenza sia diffusa e vedo che gli errori più frequenti sono 3, che descrivo in questo articolo.
Errore #1
Non diamo priorità a noi stessi e al nostro benessere, ma mettiamo sempre i nostri impegni davanti a tutto, e per noi resta ben poco tempo.
Viviamo sempre di corsa e senza tempo per noi, andiamo a letto tardi, siamo travolti da mille preoccupazioni, lavoriamo in un luogo che non ci piace ma dove magari ci "pagano bene", arriviamo a casa e troviamo tutto in disordine perchè nessuno ci aiuta, ma siamo senza energia e senza forze e tutto va avanti così per inerzia da anni. Non ci dobbiamo sorprendere se ci vuole una gru per riuscire ad alzarci la mattina, e siamo afflitti da tanti piccoli disturbi che ci rendono ancora peggiori le giornate: mal di schiena, dolore alla cervicale, acidità di stomaco, stitichezza, quando non arriva di peggio. In questo contesto riuscire a perdere peso non è semplice, perché il dimagrimento (quello in salute, ovviamente) non è legato solo alla dieta ma a mille fattori: il movimento, l’aria aperta, il buon sonno, la gestione dello stress. Purtroppo non basterà una dieta per farci dimagrire né un integratore a risvegliare il metabolismo. Quello che bisogna fare sedersi a riflettere, prendere in mano la propria vita e apportare i cambiamenti necessari, partendo da quelli di più semplice e immediata realizzazione. Soprattutto dobbiamo abbandonare la tendenza a lamentarci sempre, che non risolve niente, e fare invece il primo passo verso il cambiamento.
Incontro quotidianamente donne, ma anche uomini, che vengono da me per cercare di perdere peso, pensando che riuscirci dipenda banalmente dal ricevere una dieta. Sicuramente sapere cosa e come mangiare è un passo avanti nella cura di sé. Ma quando chiedo alla paziente se fa dell’attività fisica o se ha qualche passatempo preferito, nella maggior parte dei casi la signora mi guarda come se vedesse un marziano e mi risponde “figuriamoci, non ne ho il tempo!”. Certamente buona parte di questa risposta è un alibi per nascondere la pigrizia. Ma mi accorgo che molte donne non sanno cosa le farebbe stare bene, nè sanno come inserirlo nelle loro vite. Sono travolte dagli impegni delle loro giornate e sperano sempre in un domani, “quando avranno tempo”.
Purtroppo però il "quando avrò tempo" non arriva mai.
Spiego sempre alle mie pazienti che il loro benessere deve essere una priorità, che non devono sentirsi egoiste se pensano un po’ anche a loro stesse, altrimenti sarà il corpo a fermarle, per obbligarle a dargli ciò che ha bisogno: svago, movimento, aria aperta. E quando il corpo si fermerà, immobilizzandole per un dolore articolare o peggio, chi si occuperà dei loro impegni? Il mondo esterno dovrà per forza adattarsi al fatto che per un po’ dovrà fare a meno di loro, e provvedere con interventi che sarebbero già fattibili fin da ora, senza aspettare che il corpo le avvisi in modo troppo pesante.
Prendetevi del tempo per capire cosa vi fa stare bene e fatelo: vi accorgerete che tutta la vostra vita ne trarrà beneficio.
Errore #2
Il secondo errore, direttamente legato al primo, è quello di non riuscire ad organizzare la nostra giornata.
Soprattutto per una donna con casa, lavoro, marito e figli, la giornata è un susseguirsi di impegni e corse senza fine. A questo poi spesso si aggiunge la cura di genitori o suoceri anziani e il tutto diventa un carico enorme che una donna si “sente in dovere” di portare tutto sulle proprie spalle. Purtroppo l’educazione ricevuta, inevitabilmente, ci ha inculcato che casa, figli e anziani sono compiti della donna, e chiedere aiuto a marito e figli spesso sembra impensabile. Oppure un cedere ad altri il controllo di qualcosa che invece vogliamo (o dobbiamo volere?) avere sotto la nostra esclusiva direzione. Talvolta, invece, è un alibi dietro cui si nasconde la pigrizia.
Cercare di gestire sempre tutto in prima persona, di avere sempre tutto sotto controllo, ci dà l’impressione che le cose vadano avanti ma in realtà qualcosa resta indietro: quel qualcosa siamo noi stesse e il nostro benessere. Molte donne sono talmente abituate a prendersi cura di tutto fuorchè di se stesse da non sapere neanche di cosa hanno bisogno per stare bene, travolte dal senso del dovere, dai sensi di colpa e dal “fanno tutte come me”. Questo causa un senso di malessere generalizzato, di cui spesso non sono neanche pienamente consapevoli, e si trascinano da un giorno all’altro con l’impressione di essere una barchetta di carta portata in giro qua e là dalla corrente, senza controllo.
Una buona programmazione rilassa il nostro cervello, e fa accumulare molta meno tensione; la mancanza di programmazione invece lo costringe a trovare continuamente nuove soluzioni per affrontare ciò che ci succede.
Questo aumenta drammaticamente il nostro stato di tensione, e di conseguenza aumentano le tensioni muscolari e le rigidità, e con essa i problemi digestivi, la stitichezza, i dolori articolari.
In realtà, imparare a chiedere aiuto non è un segnale di debolezza, come vorrebbero farci credere: anzi, chiedere aiuto e saperlo accettare è un segno di grande maturità e di presa di coscienza di un limite squisitamente umano, la non-onnipotenza. Mariti e figli vivono in casa con noi e possono essere coinvolti nello svolgimento di compiti quotidiani: a volte non ci pensiamo, ma anche a loro può far piacere gestire qualche compito casalingo. Spesso li accusiamo di sentirsi “ospiti di un albergo”, ma talvolta siamo proprio noi che li facciamo sentire tali, esonerandoli inspiegabilmente dai compiti quotidiani. Gli impegni extrascolastici dei figli possono essere condivisi con altre madri, incaricandosi di accompagnarli a turno, oppure delegati ai nonni, in modo da ritagliarsi dello spazio per sé.
Il vantaggio dell’organizzazione è che permette di programmare attentamente la giornata, dandoci modo di inserire anche il tempo per noi.
Errore #3
Ci dimentichiamo di essere meravigliosamente complessi.
Proprio perché siamo costituiti da un corpo fisico, una mente e delle emozioni, ogni intervento che mira al recupero del benessere fallirà se non tiene conto di tutti questi aspetti.
Ecco perché ripeto incessantemente ai miei pazienti che se hanno una vita stressante, sono sedentari, dormono male e non vedono mai la luce del sole, difficilmente una “dieta” li farà dimagrire, perché troveranno sempre mille motivi per non seguirla o ci saranno sempre tanti fattori che remeranno contro al successo del cambio di alimentazione, anche qualora questo venga fatto.
Quindi, pesare con attenzione le porzioni e vietarsi rigidamente il minimo sgarro, talvolta provando anche risentimento nei confronti di un corpo che “non risponde” ai sacrifici fatti, non è sicuramente l’atteggiamento vincente.
Il corpo va amato e rispettato, ha bisogno di essere nutrito non solo di cibo sano ma anche di sole, movimento, riposo, svago e emozioni positive: progetti da coltivare, divertimento, passioni.
Spesso però coltiviamo solo uno di questi aspetti, quello che viene più facile coltivare.
Invece sono tutti strettamente legati tra loro, e ognuno di noi ne ha sempre uno che segue facilmente, uno "così così" ed uno estremamente ostico. Quello "estremamente ostico" è tale proprio perchè è quello di cui si ha più bisogno. Provate a pensarci su, vi renderete conto che è proprio così, e che quindi avete molto “potenziale di benessere” su cui lavorare.